La figura di Jobs, si sa, è controversa, ma indubbiamente è una figura che ha caratterizzato la giovane storia informatica e tecnologica del nostro mondo. Fra alti e bassi, voci più o meno infondate sulla sua vita specialmente la sua salute, su come trattava e forse tratta il proprio team di lavoro, sulla guerra a Microsoft e ad altre società antagoniste, nel libro vengono snocciolati vari punti che però non sono sempre, a mio modo di vedere, in linea con la realtà dei fatti.
Tuttavia questo saggio su Jobs, si legge di corsa, non è pesante, non si sofferma su banalità e quindi merita di essere letto, anche se a mio modo di vedere gli autori hanno voluto far finta di essere falsamente obiettivi scostandosi molto dalla Mela intesa come tecno-religione, come comunità spirituale-informatica dei giorni nostri, e forse avranno lasciato qualche lettore, me compreso vero melamaniaco, un po' perplessi per aver, anche giustamente perché no, bacchettato più volte la figura di Steve e della Apple.
In ogni caso lo consiglio, specie ad altri melamaniaci come me, che sicuramente l'avranno già letto e magari riletto.
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